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Katie Holten (Irlanda, 1975) |
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L’artista irlandese Katie Holten sviluppa progetti molto diversi tra loro, da pratiche di arte relazionale alla costruzione di oggetti low-tech: la costante del suo lavoro è rappresentata dall’impegno ed il coinvolgimento personale dell’artista, che segue attivamente ogni fase della realizzazione dell’opera. |
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Nel laboratorio della scuola di San Pasquale, progetto presentato in occasione della 50° Biennale di Venezia (2003), Holten ha proposto una piattaforma pubblica in cui artisti, progettisti, scrittori, attori, musicisti, scienziati ed architetti del luogo hanno trovato modo di esprimersi e di confrontare il loro lavoro. Il principio che muove queste pratiche è espresso nell’Estetica relazionale di Nicolas Bourriaud in termini di “arte come stato d’incontro”. L’invito rivolto al pubblico è quello di sedersi e spendere tempo nel laboratorio, guardando i video prodotti in quella occasione, prendendo i Papers da lei realizzati. Il concetto di dono, capace di smarcare in modo semplice e diretto l’economia di mercato, ha una grande importanza per Katie Holten, che spesso ama confezionare riviste, libretti o pamphlets da regalare al pubblico.
Il lavoro di tipo installativo, generalmente effimero, coincide con una pratica artistica e scelte di vita di tipo nomadico. In risposta a questa attitudine, Katie Holten, detta “la signora delle erbacce”, raccoglie molto spesso le piante spontanee trovate casualmente per via –sia a New York come a Venezia-, e le ripianta, oppure ci realizza un giardino privato, magari portatile.
L’albero sradicato che domina la grande sala del CCCS, prodotto per Green Platform e realizzato dall’artista stessa in una residenza di una settimana a Firenze, è un simbolo molto forte, capace di coniugare delicatezza e brutalità. La sua superficie, in carta e cartone ricoperti da nastro adesivo nero lucido, contrasta violentemente con l’aspetto naturale delle forme, denunciandone l’artificio. L’albero, simbolo della natura stessa, acquisisce così una valenza mortifera che fa riflettere sulla delicata e fragile condizione degli ecosistemi naturali. L’installazione indoor, volutamente compressa contro il soffitto, con le radici flottanti sul pavimento anziché interrate, visualizza un’aperta denuncia della crisi ambientale globale. |
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Excavated Tree, 2009
installazione site specific: legno, carta di giornale, cartone,
nastro isolante prodotta dal CCCS, Firenze
Courtesy l’artista
Photo Credit: CCCS, Firenze; Valentina Muscedra |
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