Giovedì 17 maggio 2012, ore 18.30
LECTURE / Emiliano Ilardi
(docente di Sociologia dei processi culturali)
Una modernità senza catastrofe: il grande sogno dell’immaginario americano
L’America, grazie all’abbondanza di spazio, di cui la frontiera è l’archetipo originario, rappresenta da sempre il grande sogno di una modernità senza catastrofe, il sogno di poter progettare in tutta tranquillità il proprio mondo senza essere obbligati a distruggere quello che c’era prima. Ed è proprio tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando finisce lo spazio, che il tema della catastrofe entra prepotentemente a far parte dell’immaginario americano in una posizione centrale. Anzi si potrebbe addirittura affermare che un immaginario americano di massa, e quindi una vera e propria industria culturale nasce in America solo quando finisce la frontiera e ha come unico obiettivo quello di inventare nuove dimensioni spaziali alternative. Falliti tutti i tentativi «pacifici» per costruire nuove frontiere (colonizzazione di altri pianeti o creazione di nuove frontiere virtuali attraverso la tecnologia) alla fine non resta che la catastrofe per creare nuovo spazio.
Emiliano Ilardi è ricercatore in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Cagliari. Si occupa di sociologia della letteratura, sociologia urbana, sociologia dell’immaginario (soprattutto americano), comunicazione della memoria e dei beni culturali, sistemi di e-learning per l’università. Su questi temi ha pubblicato: Il senso della posizione. Romanzo, media e metropoli da Balzac a Ballard (2005); Comunicare la memoria. Le istituzioni culturali europee e la rete, (2008); Hi-Story. The Rewriting of History in Contemporary Fiction (2009); La frontiera contro la metropoli. Spazi, media e politica nell’immaginario urbano americano (2010); I cantieri della memoria. Digital Heritage e istituzioni culturali (2011).
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