Adrien Broom

Adrien Broom crea visioni di donne sospese tra realtà e sogno, ispirate a figure che spaziano dal drammatico personaggio femminile dell’Ofelia di Shakespeare fino a immagini di sante in estatica adorazione di fronte al divino tipiche dell’arte barocca.



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Gran parte del lavoro di Adrien Broom si inserisce in quella corrente dell’arte contemporanea che privilegia la dimensione del fantastico, utilizzando un immaginario che si pone in dialogo con lo spettatore attraverso un vocabolario di gesti ed emozioni immediate e fortemente riconoscibili.
Nella serie presentata in mostra, l’artista si concentra su immagini di donne che sembrano galleggiare nell’acqua o sospese in assenza di gravità, richiamando alla mente chiari riferimenti alla tradizione della storia dell’arte. Le loro espressioni estatiche e i ricchi e dinamici drappeggi in cui sono avvolte rimandano alle forme dell’arte barocca, creando un esplicito confronto con sculture di forte impronta teatrale e drammatica come l’Estasi di Santa Teresa d’Avila di Gian Lorenzo Bernini. Esse rievocano anche la raffigurazione sognante delle figure femminili nella pittura preraffaellita e, più in generale, l’iconografia di Ofelia, archetipo per eccellenza della malinconia femminile, condotta da Amleto alla follia e al suicidio annegandosi in un fiume.
Le figure femminili della Broom sono avvolte in abiti bianchi di un’epoca non precisata a sottolineare il loro essere perse in una dimensione onirica e non reale. Se da un lato appaiono come metafore visive che galleggiano in uno stato di grazia, sospese in un limbo senza tempo né spazio, dall’altro diventano figure solipsistiche e isolate, minacciate di essere inghiottite da acque profonde. Nel momento in cui viene percepito il loro trascendere verso una dimensione ulteriore, la pesantezza dei loro panneggi crea un forte effetto scultoreo, ponendole così in un ambiguo stato di sospensione. L’artista utilizza questa condizione per suggerire un senso di rallentamento del tempo che carica le figure di significati ed energie che vanno al di là della realtà fisica. La sospensione, intesa anche come fenomeno psicologico, diviene l’espressione di uno scivolamento in uno stato di coscienza alterata, un momento di trance in cui la realtà sembra perdere importanza.

Adrien Broom (1980, USA; vive e lavora a New Haven, CT, USA) è una fotografa autodidatta le cui immagini raccontano storie di connessione tra il mondo naturale e la cultura occidentale, attraverso la creazione di scene narrative. Applicando un approccio cinematografico alla fotografia, Broom crea illusioni che giocano tra realtà e fantasia. Si è laureata nel 2002 in Computer Animation e nel 2006 ha vissuto a Firenze per studiare presso la SACI University e a Londra per frequentare il corso in “Fine and Decorative Art History” di Christie’s. Queste esperienze hanno portato l’artista al confronto con ambiti molto diversi, dalla musica alla moda, fino all’editoria commerciale tramite la collaborazione con riviste come “Rolling Stone”, “Marie Claire”, “The New York Sun” e molte altre. Tra le sue recenti esposizioni ricordiamo: (2009) “Portraits“, Vermont Center for Photography, Burlington, VT; “Images 2009”, Shoreline Arts Alliance, Guilford, CT; “Portaits in-fashion – Solo show”, Diane Birdsall Gallery, Old Lyme, CT; (2010) “Ambient Light – Solo show”, Diane Birdsall Gallery, Old Lyme, CT; “Images 2010”, Shoreline Arts Alliance, Guilford, CT; “Spring Salon”, 3D Gallery- Elwa Productions, New York; (2011) “Fashion”, Hans de Castellane Gallery, New York; “Blurred lines, Solo show”, Hans de Castellane Gallery, New York; “116 Crown”, New Haven, CT; “D&D Building”, Lorin Marsh, New York.



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